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mercoledì 12 novembre 2014

Pensioni a rischio svalutazione

In questi giorni, l’Inps ha sollecitato l’azzeramento dell'effetto svalutazione delle pensioni causato dall'andamento negativo del Pil.

A questo proposito, l’Istituto ha inviato una lettera ai Ministeri del Lavoro e dell'Economia, chiedendo un chiarimento sull'applicazione del meccanismo di calcolo introdotto nel 1995 dalla Riforma Dini.

Annualmente, infatti, il montante contributivo di ogni pensione viene rivalutato in base all'andamento del Pil nominale (serie storica di 5 anni).

Attualmente, però, detto  coefficiente si attesta costantemente su valori negativi, pari a -0,1927%, ragione per cui, qualora il meccanismo predetto venisse applicato in modo automatico, dal 2015 il salvadanaio previdenziale di tutti i pensionandi, subirebbe una perdita.

In sostanza, a detta dell’Inps, dal momento che quello ad oggetto è un meccanismo di rivalutazione del contributo e non di svalutazione, non sarebbe corretto penalizzare  i futuri pensionati.

Si tratta di una interpretazione la cui correttezza appare  quasi scontata, tuttavia, le preoccupazioni relative a possibili problemi di copertura finanziaria, hanno indotto l'Istituto ad inviare una formale richiesta di chiarimenti ai due ministeri.

Sul punto, alcune aperture sono giunte dal viceministro dell'Economia, Enrico Morando, il quale ha confermato che,  in questa persistente fase di recessione, sarebbe semplicistico limitarsi ad un'applicazione automatica del meccanismo e, pertanto, sembrerebbe ragionevole un intervento finalizzato ad impedire la svalutazione delle pensioni.

Tuttavia, il Ministro ha aggiunto come eventuali interventi sulle materie previdenziali richiedano grande cautela, attesa la necessità di  garantire la  stabilità dei conti.

Morando, però, ha poi aggiunto che in condizioni di Pil negativo, così come non è accettabile una svalutazione delle pensioni, allo stesso modo non può essere pretesa una loro rivalutazione.

Ulteriori aperture, inoltre, sono state espresse anche dal sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, secondo il quale i cambiamenti avvenuti nel sistema previdenziale impongono  una riapertura della discussione tecnica sui coefficienti, neutralizzando, nel frattempo,  ogni effetto negativo sulle future pensioni scaturito dal periodo di recessione, senza dimenticare, però, che, in applicazione del sistema contributivo, la prestazione deve corrispondere a quello che ciascuno ha versato.

Un intervento utile a neutralizzare l'impatto negativo del Pil sulle pensioni è ritenuto indispensabile anche dal Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, che, insieme all’esponente del Pd,  Maria Luisa Gnecchi, ha presentato una proposta di legge che prevede che, in situazioni di Pil negativo, per due annualità consecutive il Governo debba essere autorizzato ad utilizzare come calcolo dell'indice di rivalutazione, al posto del quinquennio che precede l'anno di riferimento, il quinquennio antecedente le annualità di decrescita del Pil.

Valerio Pollastrini

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